sabato 10 giugno 2017

CELLOLE - Tragedia in via Mazzini, Peppe Capraro morto per difendere Albina. LE TESTIMONIANZE RACCOLTE


CELLOLE (Matilde Crolla) – “Giuseppe Capraro è morto da eroe”, è quanto emerge dalle testimonianze raccolte in queste ore. Sarebbe morto per difendere Albina, la sua compagna. Le testimonianze raccolte forniscono un ulteriore e possibile tassello alla ricostruzione della tragedia consumatasi questa mattina in via Mazzini, nella villetta al civico 15. Gianni Calenzo, l’aguzzino dell’ex autista di Cellole, secondo quanto raccontato da alcuni amici testimoni vicini alla famiglia di Albina, la compagna di Peppe Capraro ed ex moglie di Calenzo, da quando è stato rimesso in libertà avrebbe iniziato a creare problemi alla stessa vittima. In più di un’occasione lo avrebbe avvicinato e minacciato. Ma a quanto pare Calenzo avrebbe minacciato in queste ultime settimane anche l’ex moglie, nonché la figlia Debora. Minacce, che sarebbero state segnalate anche ai carabinieri, e che l'uomo avrebbe rivolto dopo essere uscito dal carcere ad aprile ed aver scontato una pena per stalking. La casa di Albina spesso veniva piantonata e controllata dalle forze dell’ordine, che non hanno mai fatto sentire sola la donna e la sua famiglia. Tant’è vero che, sempre secondo il racconto degli amici, Peppe nelle ultime due settimane avrebbe deciso di trasferirsi dalla compagna in via Mazzini proprio per sentirsi più al sicuro. Oggi per la coppia doveva essere una giornata di festa, dovevano partire per Roma per partecipare alla cresima di un parente. Intorno alle 7 si sono svegliati e mentre Albina preparava il caffè, Peppe avvertendo l’afa della giornata estiva, ha deciso di aprire leggermente la porta, di qualche centimetro. Neanche il tempo di rendersene conto si è trovato di fronte Gianni Calenzo che con tutta la sua forza si è introdotto in casa. L’uomo, secondo la ricostruzione di persone vicine alla famiglia, avrebbe cercato con coltelli in pugno di avventarsi contro l’ex moglie ma Peppe si sarebbe frapposto tra lui e la donna nel tentativo disperato di proteggerla. La donna ha iniziato ad urlare, nel frattempo si svegliava la figlia Debora ed il marito. Anche il giovane in questo caso pare abbia cercato di bloccare l’aguzzino ed avrebbe riportato ferite ad un ginocchio dalla lama che l’uomo aveva in pugno. Sempre secondo il racconto Gianni Calenzo si sarebbe accanito in preda al raptus sul corpo di Peppe Capraro, intanto la figlia Debora, l’ex moglie ed il marito di Debora si chiudevano in camera, ponendo l’armadio davanti alla porta per evitare che l’uomo potesse entrare all’interno e commettere una strage. Le urla disperate, i pianti e poi l’arrivo di carabinieri, polizia ed ambulanza chiamate dalla donna disperata mentre era segregata in camera con i suoi cari. Anche Gianni Calenzo è rimasto ferito, pare abbia raccontato agli inquirenti di essere stato colpito proprio da Peppe. Ma sempre secondo quanto raccontato dai testimoni, Peppe qualche tempo fa era stato colpito da un ictus e non aveva più molta forza. Appare, dunque, improbabile che possa aver reagito colpendo Calenzo che come una furia si sarebbe avventato su di lui. Ora resta la disperazione ed il dolore. Il dolore di aver perso una persona amata e voluta bene, il dolore nel sentire i commenti di chi lo ha definito ‘amante beccato a letto con la donna’. Nulla di questo. Albina e Peppe avevano una relazione normale, come tanti. Due compagni di vita che si erano lasciati alle spalle due matrimoni. Peppe aveva deciso di trasferirsi a casa di Albina per sentirsi più al sicuro, negli ultimi tempi pare si sentisse troppo minacciato. Ed invece in quella casa ha trovato la morte.