mercoledì 30 agosto 2017

MARZANO APPIO - Il 'saluto' di don Antonino a Massimo commuove l'intera comunità



MARZANO APPIO (Nicolina Moretta) - Ci sono tante persone nella chiesa di San Sebastiano, fino a riempire il sagrato all’esterno, per l’ultimo saluto a Massimo Salzillo; l’uomo quarantacinquenne morto per un assurdo incidente con la sua macchina nei castagneti, quei castagneti che egli conosceva meglio della sua casa, che coltivava sapientemente e ne  amava la natura; natura che ancora una volta si è rivelata matrigna per un giovane uomo. Concelebrano la Santa Messa don Antonino De Trucco e don Massimiliano Piciocchi. Don Antonino prima di iniziare la Celebrazione Eucaristica si rivolge ai familiari e a tutti i fedeli:”Preghiamo affinché Massimiliano possa godere la pace del Cielo”. Ma è nell’omelia che tocca i cuori di tutti i presenti e allo stesso tempo li rapisce nella dimensione di fede e, quindi, di speranza in un mondo migliore. Don Antonino inizia a dire:” Ciascuno di noi in questi giorni si sarà domandato: ma che senso ha questo morire nella maturità della vita? Come ci siamo chiesti anche per Fabio e Gustavo. Che senso ha la vita? Che senso ha perdere una persona cara? Come ci chiediamo: che senso ha la vita, che senso ha la morte. Siamo stati battezzati in Cristo e questo dà un senso al non senso della vita. Siamo legati a Lui nel vincolo del sangue Divino. Come Lui è risorto, anche Massimo è in attesa della Resurrezione e vive in Dio. Ecco, la fede dà senso a questi distacchi tragici e la fede sostiene chi rimane. Massimo, che era un abile potatore, saliva sugli alberi più alti, quasi fino a toccare il cielo. Ora Massimo non ha più bisogno di salire sugli alberi più alti, è Gesù di Nazareth che lo tiene con Sé in Cielo, assieme a Fabio e Gustavo”. E’ commosso don Antonino e si avvia a conclude:” Questi giovani figli di Massimo che si sono affacciati alla vita, hanno aperto la finestra e invece di trovare i fiori della primavera, hanno trovato il gelo dell’inverno. Ma l’inverno passerà e ritornerà la primavera”. E conclude:” Cari ragazzi sappiate che dopo il dolore e la sofferenza viene la pace. Il dolore nelle mani del Signore viene trasformato da Lui in bellezza”.