ROCCAMONFINA (Nicolina Moretta) - Sedici ragazzi
dell’Associazione ‘Una Storia da raccontare’ continuano a far soffiare su
Roccamonfina il vento della storia, questa volta unitamente all’amministrazione
comunale e alla Pro Loco con una cerimonia ufficiale che vuole commemorare i
circa mille concittadini rastrellati dalle truppe tedesche il 23 settembre 1943,
uomini che furono deportati nei campi di lavoro in Germania. Tuttavia la
cerimonia del 23 settembre prossimo, grazie ai ragazzi del progetto: ‘Una
Storia da raccontare’, vuole porre l’accento in particolare su di un episodio
di fratellanza che si è verificato in Italia e per la precisione a San Giovanni
in Persiceto, dove il treno dei deportati roccani fece una sosta prima di
continuare la sua triste corsa verso la prigionia. Qui, a San Giovanni in
Persiceto, le donne e i bambini emiliani per raggiungere i prigionieri nel
treno, sfondarono le linee tedesche che bloccavano il passaggio al treno; gli
emiliani che non avevano armi, sfidarono i tedeschi armati rischiando la
propria vita e diedero ai prigionieri acqua, cibo, carte da gioco e vestiti. Ed
è questo il motivo per il quale alla cerimonia commemorativa di sabato per la
prima volta sarà presente una delegazione proveniente da San Giovanni in
Persiceto, composta da appartenenti al direttivo dell’Associazione Nazionale
Partigiani Italiani (ANPI) e un rappresentante dell’Amministrazione del Comune
di San Giovanni in Persiceto che incontreranno il sindaco Carlo Montefusco,
l’amministrazione comunale di Roccamonfina e tutta la cittadinanza. La
celebrazione commemorativa prevede i seguenti orari: ore 8.50 ricevimento
autorità e associazioni; ore 9.00 messa in suffragio dei deportati nella chiesa
Collegiata Santa Maria Maggiore, celebrata da don Giadio De Biasio; ore 10.00 Cerimonia di commemorazione presso
il Monumento ai caduti in piazza Nicola Amore, farà seguito un rinfresco presso
la sede comunale. Ma le iniziative dei sedici ragazzi dell’Associazione ‘Una
Storia da raccontare’ vanno oltre l’ufficialità commemorativa e arrivano nelle
scuole, alle terze classi della scuola secondaria di primo grado, per
presentare un video di una intervista ad uno dei deportati roccani, Michele Coletta, che racconta della triste e drammatica esperienza della
deportazione. A proposito di quest’ultima iniziativa Ester Di Pippo, una dei sedici giovani, dichiara: “Lo facciamo per
sensibilizzare a riguardo delle sofferenze che hanno provato queste persone e
per suscitare negli adolescenti l’amore verso la vicenda storica di
Roccamonfina e le proprie radici”.