mercoledì 19 luglio 2017

SESSA AURUNCA - Consorzio di Bonifica, ecco l'inchiesta del circolo 'Angelo Vassallo' sulle cause del fallimento

Nell'inchiesta non vengono risparmiati i due sindaci

SESSA AURUNCA (Matilde Crolla) – Consorzio Aurunco di Bonifica: il circolo di Sessa Aurunca ‘Angelo Vassallo’ nella persona del coordinatore, Filippo Ianniello, ha preparato e pubblicato sulla pagina Facebook un’inchiesta sull’Ente di viale delle Terme. Tutto inizia con una cronistoria del CAB, sulla ‘genesi’ e le ‘origini’ del disastro dell’Ente, partendo proprio dalla fine, ossia dalle dimissioni del commissario straordinario, Antonello Carotenuto. Le dimissioni del dott. Antonio Carotenuto da commissario del Consorzio Aurunco di Bonifica segnano un ulteriore drammatico momento di una crisi complessiva dell’ente che ormai data da alcuni anni e che, nel corso degli ultimi mesi, ha assunto aspetti drammatici. Il nostro Circolo in tutto questo tempo ha preferito restare in silenzio, soprattutto come segno di rispetto nei confronti delle centinaia di lavoratori coinvolti e delle loro famiglie, ma ha evitato di aggiungersi al coro dei tanti che demagogicamente hanno cercato di “cavalcare” l’ondata emotiva prodotta dalla crisi del CAB, proponendosi addirittura come risolutori di una tragedia sociale di cui in massima parte erano responsabili. Tuttavia riteniamo che non sia più possibile continuare a tacere sulle responsabilità politiche e gestionali che hanno determinato uno stato di crisi che, è bene dirlo subito, al momento sembra di non facile soluzione. Da qui la scelta di contribuire con la presente nota (della cui lunghezza ci scusiamo anticipatamente) per aiutare chiunque sia interessato alla vicenda a ricostruirne gli aspetti principali”, si legge nella premessa dell’inchiesta. Il circolo ‘Vassallo’ continua poi nel raccontare la nascita dell’Ente nel 1925 e le funzioni a cui era ed è destinato. Filippo Ianniello passa poi a spiegare le ultime gestioni commissariali. “Dal 2006 il CAB era governato da una deputazione regolarmente eletta dai consorziati, il Presidente Ing. Raffaele Puoti amministrava con una maggioranza abbastanza solida un Ente con 14 dipendenti a tempo indeterminato e circa 45 operai avventizi stagionali con contratti a 156 giornate/anno; le manutenzioni erano assicurate da imprese di appalto.
Gli avventizi lavoravano generalmente da marzo a ottobre per garantire la stagione irrigua, il corretto funzionamento degli impianti e delle condotte di irrigazione e la distribuzione dell’acqua.
L’amministrazione Puoti, come le precedenti, ha cercato di garantire sempre il pagamento degli stipendi al personale e la corretta somministrazione di servizi agli utenti.
Nel corso degli anni, però, le amministrazioni del CAB, hanno accumulato un notevole indebitamento che, va detto, ha contribuito lentamente a creare i presupposti della crisi attuale come correttamente evidenziato dai numerosi interventi sulla questione dell’ex Commissario Barretta.
A dicembre 2011, la Regione Campania in virtù della L.R. 4/2003 decreta il commissariamento del CAB a causa della mancanza di redazione dei bilanci di previsione e consuntivi per gli ultimi anni di esercizio; va precisato che a quella data gli operai erano stati pagati completamente per il lavoro effettuato (TFR compreso) ed i dipendenti fissi avevano “solo” 2 mesi di stipendi arretrati”.
Il circolo Vassallo passa poi a parlare della nomina del primo commissario straordinario nella persona di Angelo Barretta da parte dell’allora presidente della Regione, Stefano Caldoro. “Si lega al consigliere regionale Massimo Grimaldi del N.P.S.I., il quale in forza del suo legame speciale con Caldoro probabilmente gioca un ruolo fondamentale nel farlo nominare commissario del CAB.
Giunto al CAB, come primo atto nomina un suo amico avvocato come consulente fisso del CAB, poi procede all’assunzione di uomini di sua fiducia come usciere, autisti e ragionieri.
Le premesse sono buone, infatti estromette le ditte esterne che costavano tantissimo all’ente e procede all’assunzione di una ventina di operai stagionali con i quali effettuare le manutenzioni in house.
Subito (2012) acquista alcuni mezzi con dei fondi provenienti dal MIPAF con destinazione d’uso specifica; creando il primo “intoppo”, infatti acquista un escavatore, con lo scopo di fare manutenzione ai canali di bonifica, in autonomia, pagando anticipatamente per circa € 200.000 un commerciate il quale non consegna mai il mezzo e fallisce inghiottendo i 200.000 euro.
Man mano che passa il tempo aumentano le assunzioni e di stagione in stagione si arriva a contare 316 dipendenti stagionali tra operai ed impiegati con contratti variabili che vanno dai tre mesi ai sei mesi/un anno – la maggior parte di essi provenienti dal comune di Cellole. Contemporaneamente i dipendenti a tempo indeterminato diventano 23 grazie alla trasformazione di alcuni contratti stagionali in virtù del CCNL dei consorzi di bonifica che contempla l’assunzione anche per chiamata diretta. 
Il costo per il personale dipendente (avventizio o fisso), in questo modo, aumenta esponenzialmente senza avere la copertura finanziaria per sostenerlo.
Contemporaneamente, vengono iniziati dei lavori di manutenzione degli immobili ospitanti gli impianti idrovori, a dir poco assurdi.
I lavori consistono solo ed esclusivamente nella manutenzione esterna dei fabbricati, senza toccare minimamente gli impianti idrovori presenti al loro interno, necessari a quella che è la vera missione aziendale di un consorzio di bonifica. 
Vengono anche eseguiti lavori manutenzione ad alcuni canali in cemento, i quali vengono letteralmente “pitturati” con pittura al quarzo per esterni, assolutamente inadatta a sponde di cemento contenenti acqua corrente ed esposte alle intemperie 365 giorni l’anno; per questo scopo vengono impiegati centinaia di fusti di pittura per un valore di decine di migliaia di euro”.
Il circolo Vassallo continua poi: “Simbolo emblematico dei lavori “folli” della gestione Barretta è stato lo sperpero per la ristrutturazione dell’impianto idrovoro di “Fontana Vecchia” in territorio del comune di Cellole, un impianto in disuso dai primi anni settanta e per il quale sono stati spese e impegnate somme per oltre settecentomila euro, con personale impiegato che ha superato le ottanta unità giorno. I lavori hanno previsto la creazione di prati e giardini con fontane di roccia e gazebo in legno con tanto di passeggiate in lastrico di pietra. Basterebbe recarsi sul posto per verificare lo stato dei luoghi a distanza di poco più di tre anni!
Tutto questo a che serve per un impianto che dovrebbe tirare acqua dalle paludi e recapitarla a mare? Per di più, un impianto in disuso e mai più utilizzabile?
”. Aggiungono: “Dal 2015 si bloccano i pagamenti del tutto ed inizia il vero calvario per i dipendenti, i quali pur continuando a lavorare regolarmente per assicurare il servizio pubblico agli utenti, iniziano ad agitarsi; nello stesso anno si vota in Campania, Caldoro perde le elezioni e viene eletto De Luca; Barretta si riposiziona prontamente con il consigliere regionale Oliviero del PD e viene lasciato al suo posto al CAB.
Verso la fine del 2015 i rapporti con i dipendenti diventano ingestibili e Barretta si arrocca; le continue denunce di dipendenti e consorziati inducono De Luca a sostituire Barretta (anche d’accordo con il consigliere regionale Oliviero che lo vuole candidato sindaco di Cellole) e a marzo 2016 viene nominato un nuovo commissario”.
Il Circolo ‘Angelo Vassallo’ passa poi a parlare del commissario straordinario Antonello Carotenuto. Il suo mandato si contraddistingue per l’assenza: alla sede dell’ente si vede pochissimo, meno di una volta al mese; i rapporti con i dipendenti sono inesistenti e in più occasioni si mostra intollerante ai rapporti sindacali.
Carotenuto si dimette ufficialmente il 14 luglio 2017, su 16 mesi di incarico riesce a pagare appena 3,7 stipendi ai dipendenti fissi e 2,7 agli operai stagionali, con denari provenienti da stanziamenti precedenti alla sua nomina; ovviamente i dipendenti hanno continuato a lavorare per tutto il periodo del suo incarico maturando le relative spettanze economiche.
Nel suo mandato non riesce a recuperare alcuna somma per il pagamento degli stipendi o per la gestione amministrativa dell’ente, riesce però ad ottenere un risultato, a marzo 2017 viene nominato vice direttore del dipartimento “lavori pubblici, protezione civile e ambiente”, facendo un bel balzo in avanti nella sua prospettiva di carriera nell’amministrazione regionale”.
La situazione attuale: “Ad oggi il CAB è senza guida, con le dimissioni di Carotenuto manca il rappresentate legale dell’ente.
Barretta è riuscito nello scopo di diventare sindaco della sua città (aveva già provato a diventare sindaco due volte venendo sempre bocciato dall’elettorato ) grazie alla politica clientelare messa in atto nella gestione del CAB, oltre a essersi assicurato un ottimo stipendio per oltre 4 anni.
Carotenuto, dopo appena un anno alla guida del CAB ha ottenuto la tanto agognata progressione di carriera.
I dipendenti fissi devono percepire mediamente 30 mensilità arretrate e gli stagionali oltre dieci, senza avere nessuna prospettiva per il futuro.
La politica locale e regionale (sia campana che laziale) ha incassato un nuovo fallimento, condannando i dipendenti del CAB a lavorare senza remunerazione e ad un futuro drammatico e privo di prospettive, gli operatori agricoli a enormi disagi e la stessa popolazione al rischio di un gravissimo ed irreparabile dissesto idrogeologico del territorio”.
Infine, il circolo fa un’analisi della posizione del Comune di Sessa Aurunca. “Il sindaco Silvio Sasso, altro “uomo” dell’on. Oliviero, in più di un’occasione ha manifestato la disponibilità a dare il suo contributo (crediamo non personale, ma in nome dell’ente da lui amministrato) per trovare una soluzione. Ha incontrato spesso i lavoratori in qualche caso dialogando, ma spesso anche mostrandosi piuttosto insofferente (ricordate il video in cui li definiva degli “incivili” perché osavano stare sui tetti al passaggio di una processione?). Ebbene, al di là delle dichiarazioni di circostanza e di un’assemblea pubblica svoltasi nel Salone dei Quadri di cui nessuno è riuscito a capire lo scopo, il suo contributo al momento è stato chiaro solo in una direzione: evitare accuratamente di onorare gli impegni del Comune da lui diretto nei confronti del CAB.
Il comune di Sessa Aurunca, infatti, in qualità di contribuente del Consorzio, è debitore per € 911.594,88 a tutto il 31/12/2016 – come da nota commissariale n° 4993 del 07/10/16, che non risulta sia stata riscontrata dal comune di Sessa.
A questa somma va aggiunto l’avviso di pagamento per l’annualità 2017 per un importo di € 209.978,28. Certo si tratta di somme che da sole non risolvono la questione ma che potrebbero rappresentare una boccata d’ossigeno almeno temporanea.
Bisogna aggiungere che lo scorso 9 giugno, il Sindaco Sasso ha inviato una propria nota al Consorzio Aurunco, offrendo “sostegno alle attività consortili”. Il consorzio ha risposto inviando un elenco di beni e servizi da acquistare ma ad oggi non c’è stato alcun seguito”
. Il circolo conclude: “Al di là delle responsabilità politiche e gestionali è a nostro avviso indispensabile che si accertino anche eventuali responsabilità penali. Voci non confermate parlano di un intenso lavoro da parte della Procura della Repubblica di Santa Maria C.V. che sta svolgendo un’indagine sulla gestione CAB, tramite la Guardia di Finanza. Non sarebbe la prima volta nella martoriata storia del nostro Paese che la Magistratura giunga dove la politica (quella con la “p” minuscola) non vuole e non sa arrivare”. PER LEGGERE L'INCHIESTA COMPLETA BASTA CLICCARE ALLA PAGINA FACEBOOK DEL CIRCOLO VASSALLO DI SESSA AURUNCA.