venerdì 9 dicembre 2016

SESSA AURUNCA - Consorzio di Bonifica stretto nella morsa dei pignoramenti, lunedì tavolo in Regione. Ecco l'appello degli operai


SESSA AURUNCA (Matilde Crolla) - Un tavolo in Regione per cercare di sbrogliare la matassa in cui si trova avvolto il Consorzio Aurunco di Bonifica. Questo è il primo passo garantito dal consigliere regionale, Gennaro Oliviero, ai dipendenti del Cab da ieri in agitazione dopo l'ennesima garanzia non rispettata. Attendevano con ansia l'anticipazione dell'Equitalia, una boccata d'ossigeno rispetto a mesi di apnea a causa della mancata retribuzione. Di questo bonifico però nemmeno l'ombra. A quel punto scatta l'agitazione: si occupa la sede, si sale sul tetto e si minaccia di stare lì ad oltranza. Poi l'arrivo del vescovo, monsignor Orazio Francesco Piazza, del sindaco Silvio Sasso (nella foto rassicura stringe la mano ad una dipendente rassicurandola), del consigliere Ciro Marcigliano pare rasserenare gli animi. Anche i consiglieri di opposizione di Sessa Aurunca e Cellole, nella persona di Alberto Verrengia e Guido Di Leone, si presentano e manifestano la loro solidarietà ai dipendenti. Gennaro Oliviero interviene, sale al primo piano del palazzo di viale delle Terme e garantisce un tavolo immediato in Regione previsto per lunedì.

LA VOCE DEI DIPENDENTI DEL CAB

“Abbiamo autoconvocato prima l’assemblea con i dipendenti in servizio sia stagionali che indeterminati e con gli avventizi (in stato di licenziamento) in quanto dell’anticipazione dell’Equitalia al momento non c’è traccia. Questo ci ha portato ad una protesta più forte rispetto a quelle del passato per avere delle risposte. Se fino ad ora la politica ci ha riempito di chiacchiere, speriamo che non lo faccia anche Equitalia”, è la dichiarazione dei dipendenti del Cab. “I Consorzi sono Enti necessari, non un carrozzone politico al quale la politica stessa li ha relegati. La causa principale del disagio finanziario è da ricercare nel fatto che tutti i Consorzi di Bonifica, che in Italia versano in cattive acque proprio come il nostro, svolgono un lavoro di difesa suolo (ripristino e pulizia dei canali) necessario a scongiurare problemi alluvionali. Ma non bastano le rimesse in possesso del Consorzio. C’è bisogno di altri aiuti, da parte del Ministero dell’Agricoltura, ma anche dell’assessorato regionale. La difesa suolo- spiegano i dipendenti- costa molto ed al momento per sanare i 16 milioni di euro di debiti del Consorzio c’è bisogno di una volontà politica. E’ necessaria o una modifica legislativa o contributi straordinari. L’indebitamento dipende anche dai centinaia di decreti ingiuntivi a carico dell’Ente, per cui ogni somma accredita che arriva viene fagocitata dai pignoramenti”. La speranza, dunque, dei dipendenti del Cab che anche questa mattina saranno presenti in sede è che “lunedì si possa intavolare un discorso serio con la Regione, l’unica che può veramente farci uscire da questo impasse”.