martedì 22 agosto 2017

*ESCLUSIVA* SESSA AURUNCA / CELLOLE - Materiale radioattivo in un deposito sulla Domiziana, si indaga sulla provenienza


SESSA AURUNCA / CELLOLE (Matilde Crolla) – Materiale radioattivo in un deposito sito sulla strada statale Domiziana in territorio di Cellole. Una segnalazione arrivata a Generazione Aurunca che si è subito attivata, attraverso i suoi canali informativi, per fare chiarezza sulla vicenda. Si tratta di un deposito di rottami ferrosi ubicato nel comune di Cellole lungo la Strada Statale Domitiana. Presso l’impianto vengono conferiti rifiuti speciali di natura metallica provenienti da numerose aziende campane e del basso Lazio. 
Circa una settimana fa il personale che lavora presso l’impianto ha iniziato a manifestare sintomi di malessere talvolta anche gravi. Uno alla volta gli operai ed anche il gestore  sono dovuti ricorrere alle cure dei sanitari  per capogiri, vomito e dolori diffusi. Tre giorni fa la sconcertante sorpresa allorquando  l’azienda ha  effettuato l’ultimo conferimento  alla fonderia di Brescia,  con la quale  agisce in contenzioso, dove le apparecchiature  di controllo  installate  al momento della fusione del carico sono impazzite rilevando concentrazioni elevatissime di materiale altamente radioattivo, pare si tratterebbe di isotopo cesio 14, nel carico proveniente dalla azienda cellolese. Il titolare del deposito ha immediatamente avvertito le Autorità competenti che hanno effettuato  un  primo sopralluogo sul quale è stato mantenuto il massimo riserbo. Da allora si nota la presenza nel cortile di un involto di materiale isolante, circondato a distanza da un nastro delimitatore che interdice l’avvicinamento a chiunque,  sotto il quale, pare sia custodito  uno dei pochi rottami rimasti del lotto incriminato. 
Secondo le prime ipotesi formulate dalla magistratura inquirente, che nei giorni scorsi ha effettuato un sopralluogo insieme al Noe per la ricostruzione della vicenda, pare che presso il centro di raccolta di materiale ferroso provengano tra gli altri anche materiale della vicina centrale nucleare attualmente gestita dalla SOGIN che ha affidato a ditte esterne il trasporto a discarica del materiale dismesso. 
Al momento non è dato sapere se la responsabilità del fatto, che potrebbe anche avere gravissime ripercussioni per la salute e la sicurezza collettiva,  debba essere ascritto  al titolare del deposito,  alla SOGIN, alla ditta incaricata del trasporto o ad altri che conferiscono nel deposito stesso. 
La Sogin dal suo canto fa sapere che il materiale ‘incriminato’ non proviene dalla centrale nucleare del Garigliano, dove lo smaltimento avviene secondo protocolli rigidissimi di sicurezza e nel pieno rispetto delle normative vigenti. Secondo altre ipotesi investigative il materiale radioattivo rilevato non sarebbe il cesio 14 ma il radio 226, sostanza ugualmente radioattiva ma meno pericolosa del cesio, contenuta nei parafulmini obsoleti che un tempo venivano installati sui tetti delle abitazioni. 
Sempre secondo quanto trapela dall’attività investigativa è possibile che qualcuno, pur inconsapevolmente, si sia disfatto di un vecchio parafulmine e lo abbia smaltito insieme ad altro materiale presso il centro di raccolta di Cellole e che lo stesso sia poi finito in una piccola parte tra il materiale inviato a Brescia ed altro rimasto nel deposito sulla Domiziana. Se così fosse il danno ambientale sarebbe di minore entità, quasi nullo, visto che il radio 226 può provocare danni solo a chi è strettamente a contatto con lo stesso. Sono, comunque, in corso indagini accurate, che si spera siano il più sollecite possibili, al fine di chiarire completamente la vicenda.