mercoledì 23 agosto 2017

*ESCLUSIVA* SESSA AURUNCA - Tunisina malata di cancro scrive una lettera aperta al Ministro dell'Interno Minniti

Immagine tratta dal web a solo scopo dimostrativo

SESSA AURUNCA (Matilde Crolla) -  Si chiama Fatnassi Henda Bent Alì, ha quarantanove anni e da venticinque vive in Italia con sua figlia. Ha deciso di scrivere una lettera aperta al Ministro dell'Interno Marco Minniti per metterlo a conoscenza del dramma che sta vivendo a causa di una burocrazia lenta da quando ha scoperto di essere ammalata di cancro.
"Illustre Signor Ministro
mi permetto di  rivolgermi a Lei,  di cui mi hanno illustrato le doti di sensibilità umana,   perchè, dopo mesi di tribolazioni e di sofferenze  -   in cui l'accanimento del destino ha dato il meglio di se nei miei riguardi e sta continuando a farlo tuttora -    penso che Ella   possa essere l'interlocutore più qualificato, per retaggio storico e culturale e per competenza,  a ricevere un appello   in ordine alla mia vicenda  umana che si è sta dipanando  con tratti che appaiono surreali.
Sono una donna di 49 anni di origine tunisina ma da oltre 25 ani presente in modo assolutamente regolare nel vostro ( e mi permetta anche di qualificarlo  “nostro” ) Paese.  Ho una figlia di 16 anni cittadina italiana e lavoro, o meglio lavoravo fino a che le mie condizioni di salute me lo hanno permesso in maniera regolare.
 Pur  avendo  già in passato avuto modo di constatare   quanto possa essere  insensibile  e farraginosa la burocrazia mai mi sarei aspettata   che potesse giungere a manifestare tratti di  incomprensibile disumanità quali quelli  che ho  dovuto  sperimentare sulla mia pelle negli ultimi  mesi.
In questi giorni in cui  divampa la polemica  sullo stillicidio di arrivi sulle coste italiane  di stranieri   di ogni provenienza, origine e, soprattutto, di incerta estrazione  (  che solo in minima parte possono fregiarsi della condizione di veri profughi )  appare incomprensibile ed inspiegabile  il coacervo di difficoltà che, invece, vengono frapposte a chi chiede di venire in Italia  legalmente e legittimamente utilizzando i canali che le Leggi mettono a disposizione".
Nella lettera la donna continua: "Non intendo  suscitare  sentimenti di pietà che la mia dignità  -  unica cosa che ancora mi è rimasta -  mi impedisce di fare, ma voglio solo  illustrarLe le mie attuali condizioni  nel  rappresentare che, purtroppo,  nel mese di settembre dello scorso anno mi è stato diagnosticato   un carcinoma bilaterale ad entrambi i seni   ed i sanitari consigliarono  l'immediato intervento chirurgico di asportazione.
Ovviamente,  non avendo altre possibilità di assistenza,  ho cercato di attivare le procedure  affinchè al marito ( che pure ha una florida attività commerciale a Tunisi )  fosse consentito  consentito l'ingresso in Italia per ricongiungimento familiare, in modo tale che questi possa assistermi   nel lungo e laborioso calvario che, come mi era stato preannunciato,  mi attendeva.
Mi sono rivolta allo Sportello Unico per l'Immigrazione della Prefettura di Caserta  che, in quella circostanza, nonostante avessi rappresentato le mie condizioni di salute,  ha palesato diverse difficoltà nell'accettare la dichiarazione di reddito presunto  da parte del mio datore di lavoro (che pure è prevista dalla Legge e dalle Circolari  diramate dal Ministero dell’Interno )   avendo ( almeno secondo quanto riferito dagli addetti allo sportello......) ricevuto disposizioni in tal senso in considerazione dell'alto indice di mendacità registrato  in Provincia di Caserta.
A seguito di vibrata protesta inoltrata via mail al Ministero ed all'intervento di una giovane ma  combattiva sindacalista della CGIL, la Dr.ssa Emanuela Borrelli, finalmente  viene accettata (così come peraltro ordinariamente  previsto dalla Legge)  la Dichiarazione in costanza di rapporto di lavoro  ma purtroppo, nel frattempo, tutti gli altri documenti erano scaduti di validità  (certamente non per colpa mia).
Finalmente, dopo ulteriore tempo  ed aggravio di spese per  riprodurre la documentazione aggiornata, lo Sportello Unico nel mese di maggio di quest'anno accetta la pratica e da allora silenzio assoluto! Nonostante, nel frattempo,  mi sia  dovuta necessariamente sottoporre  al delicato intervento chirurgico di asportazione del cancro, ad un secondo intervento e sia in procinto di sottopormi ad un terzo intervento    senza potermi  giovare dell'assistenza di mio  marito". 
E continua: "Ora che mi attende 'attende il  percorso ancora più lungo delle chemio e radio terapie, la continuo ad essere sola ed a sentirmi totalmente abbandonata anche dalle Istituzioni del paese al quale sono grata di avermi accolto tanti ani or sono ma cui non posso esimermi dal rimproverare  la totale indifferenza rispetto ad una  situazione  angosciosa come quella che mi sta accadendo.
Nonostante le sollecitazioni dei medici, non ha ancora iniziato le cure  sia perchè mi  vedo  sola e smarrita sia perchè non ho  nessuno che possa assistermi e nel frattempo la mia pratica  è scomparsa, nulla riesco a più a sapere ed ogni qualvolta  la sindacalista che ha abbracciato la mia causa si reca allo Sportello Unico  per avere informazioni   gli impiegati fanno  “spallucce”  quasi a voler significare che non sanno cosa rispondere ma che, comunque, non è colpa loro se mi sono ammalata.
Mi rivolgo alla sua sensibilità di uomo e di rappresentante Istituzionale:  Le pare degno di uno Stato Civile  tutto ciò? Le pare in linea con i principi di  compassione e di solidarietà che tanto vengono sbandierati  in tutte le occasioni  in cui possono avere un ritorno in termini  di risalto mediatico?

La ringrazio  per l'interessamento che Ella vorrà riservare al mio dramma  ed anche qualora non ritenesse di dover intervenire ,  per l’attenzione che ha voluto riservare alla lettura di queste poche righe  nella speranza che  servano, almeno, affinchè   la burocrazia ricordi a sé stessa di essere  formata da persone che, in ogni occasione,  non dovrebbero dimenticare il loro bagaglio di requisiti di umanità  e sensibilità che certamente  debbono avere".