SESSA
AURUNCA / AVEZZANO (Matilde Crolla) – Ha ereditato una falegnameria antica
appartenuta al nonno paterno. Una falegnameria come quelle di un tempo, dove
tutto viene creato in maniera artigianale. L’ha ereditata e l’ha fortemente
voluta, nonostante il padre in passato ha venduto molti macchinari proprio a
causa della crisi che nel tempo ha investito il settore. Lui invece ha voluto
recuperarla ed appropriarsi di un mestiere antico e dignitoso che ormai non va
più di moda. Salvatore Guglielmo (nella foto) vive ad Avezzano, una frazione di Sessa
Aurunca, ai piedi del monte Massico.
E’ sposato e da sempre ha la passione per
il legno. Ha lavorato al Nord e in importanti aziende. Poi ha deciso di
riappropriarsi di quello che era suo, la vecchia falegnameria del nonno. Ha
preso contatti con aziende umbre, si è iscritto nell’elenco delle imprese del
territorio. Insomma, tutto ciò che concerne l’aspetto burocratico è di fatto a
posto. Il problema è che è solo, in un locale che andrebbe completamente
ristrutturato all’interno del centro abitato di Avezzano.
La falegnameria del
nonno si trova in una vecchia cantina, dove addirittura c’è un tornio degli
inizi del Novecento. Una ricchezza indubbiamente, ma anche un impiccio. I
locali sono troppo stretti per lavorare, troppo stretti per poter creare.
Le
condizioni in cui versa la sua falegnameria, a causa delle quali non può
neppure acquistare nuovi macchinari perché troppo ingombranti per l’ambiente a
sua disposizione, gli impedisce di conquistare la fiducia dei clienti.
“Chi
viene qui per commissionarmi un lavoro scappa quando vede in che ambiente sono
costretto a lavorare”, afferma desolato Salvatore Guglielmo.
Nonostante le
difficoltà e le condizioni in cui versa la sua falegnameria Salvatore non si
arrende e continua a creare a mano porte, cassetti, ornamenti religiosi e
funerari nella speranza poi di rivenderli. Quando gli viene chiesto per quale
motivo si ostina a tenere aperta una falegnameria del genere, viste le difficoltà
a pagare anche le bollette, lui esclama: “La falegnameria è la mia vita, senza
di lei io non potrei vivere”.
Salvatore Guglielmo lancia un appello alle
istituzioni, in particolare al sindaco Silvio Sasso e a tutti gli
amministratori di Sessa Aurunca: “Io chiedo che ci si attivi affinché si
possano creare le condizioni per valorizzare nuovamente questi antichi
mestieri. Sarebbe bello se si creasse una zona destinata all’artigianato, con
dei capannoni a norma, per far risorgere l’artigianato e non far morire questi
mestieri che rappresentano ancora una risorsa per il territorio”, questo l’appello
di Salvatore che aggiunge: “Se io avessi la disponibilità economica di
rimettere in sesto la mia falegnameria in un ambiente ad essa destinato, sono
certo che lavorerei bene e come me tanti altri artigiani”.
In molti Comuni d’Italia
vi sono delle aree completamente destinate agli insediamenti produttivi ed in
particolare all’artigianato. Anche il vicino Comune di Cellole ha individuato una zona Pip in cui sono state realizzate tutte le opere di urbanizzazione necessarie. In questo caso manca solamente il regolamento per l'assegnazione dei terreni attraverso un bando e una successive selezione. In tal caso la prassi vuole che il Comune alieni il terreno, vendendolo all'artigiano ad un prezzo sicuramente competitivo, per consentire poi allo stesso di crearvi a proprie spese un capannone dove lavorare.
"Se anche a Sessa Aurunca tutto questo fosse
possibile sarebbe una grande opportunità per tutti, non solo per gli artigiani
ma per l’intera economia del territorio che inizierebbe a crescere", conclude Salvatore Guglielmo. In basso le foto della sua falegnameria, circondata da abitazioni e priva di qualsiasi spazio libero dove poter svolgere dignitosamente il lavoro artigianale.