lunedì 10 aprile 2017

SESSA AURUNCA / AVEZZANO - Giovane artigiano sull'orlo del fallimento lancia un appello al sindaco Sasso


SESSA AURUNCA / AVEZZANO (Matilde Crolla) – Ha ereditato una falegnameria antica appartenuta al nonno paterno. Una falegnameria come quelle di un tempo, dove tutto viene creato in maniera artigianale. L’ha ereditata e l’ha fortemente voluta, nonostante il padre in passato ha venduto molti macchinari proprio a causa della crisi che nel tempo ha investito il settore. Lui invece ha voluto recuperarla ed appropriarsi di un mestiere antico e dignitoso che ormai non va più di moda. Salvatore Guglielmo (nella foto) vive ad Avezzano, una frazione di Sessa Aurunca, ai piedi del monte Massico. 
E’ sposato e da sempre ha la passione per il legno. Ha lavorato al Nord e in importanti aziende. Poi ha deciso di riappropriarsi di quello che era suo, la vecchia falegnameria del nonno. Ha preso contatti con aziende umbre, si è iscritto nell’elenco delle imprese del territorio. Insomma, tutto ciò che concerne l’aspetto burocratico è di fatto a posto. Il problema è che è solo, in un locale che andrebbe completamente ristrutturato all’interno del centro abitato di Avezzano. 
La falegnameria del nonno si trova in una vecchia cantina, dove addirittura c’è un tornio degli inizi del Novecento. Una ricchezza indubbiamente, ma anche un impiccio. I locali sono troppo stretti per lavorare, troppo stretti per poter creare. 
Le condizioni in cui versa la sua falegnameria, a causa delle quali non può neppure acquistare nuovi macchinari perché troppo ingombranti per l’ambiente a sua disposizione, gli impedisce di conquistare la fiducia dei clienti. 
“Chi viene qui per commissionarmi un lavoro scappa quando vede in che ambiente sono costretto a lavorare”, afferma desolato Salvatore Guglielmo. 
Nonostante le difficoltà e le condizioni in cui versa la sua falegnameria Salvatore non si arrende e continua a creare a mano porte, cassetti, ornamenti religiosi e funerari nella speranza poi di rivenderli. Quando gli viene chiesto per quale motivo si ostina a tenere aperta una falegnameria del genere, viste le difficoltà a pagare anche le bollette, lui esclama: “La falegnameria è la mia vita, senza di lei io non potrei vivere”. 
Salvatore Guglielmo lancia un appello alle istituzioni, in particolare al sindaco Silvio Sasso e a tutti gli amministratori di Sessa Aurunca: “Io chiedo che ci si attivi affinché si possano creare le condizioni per valorizzare nuovamente questi antichi mestieri. Sarebbe bello se si creasse una zona destinata all’artigianato, con dei capannoni a norma, per far risorgere l’artigianato e non far morire questi mestieri che rappresentano ancora una risorsa per il territorio”, questo l’appello di Salvatore che aggiunge: “Se io avessi la disponibilità economica di rimettere in sesto la mia falegnameria in un ambiente ad essa destinato, sono certo che lavorerei bene e come me tanti altri artigiani”. 
In molti Comuni d’Italia vi sono delle aree completamente destinate agli insediamenti produttivi ed in particolare all’artigianato. Anche il vicino Comune di Cellole ha individuato una zona Pip in cui sono state realizzate tutte le opere di urbanizzazione necessarie. In questo caso manca solamente il regolamento per l'assegnazione dei terreni attraverso un bando e una successive selezione. In tal caso la prassi vuole che il Comune alieni il terreno, vendendolo all'artigiano ad un prezzo sicuramente competitivo, per consentire poi allo stesso di crearvi a proprie spese un capannone dove lavorare. 
"Se anche a Sessa Aurunca tutto questo fosse possibile sarebbe una grande opportunità per tutti, non solo per gli artigiani ma per l’intera economia del territorio che inizierebbe a crescere", conclude Salvatore Guglielmo. In basso le foto della sua falegnameria, circondata da abitazioni e priva di qualsiasi spazio libero dove poter svolgere dignitosamente il lavoro artigianale.