SESSA
AURUNCA (Matilde Crolla) – L’assemblea del Partito democratico chiede al
sindaco dimissionario, Silvio Sasso, di non mollare.
Tutto il partito, ieri
sera riunitosi per discutere dell’incontro avuto tra il primo cittadino e i
consiglieri ‘dissidenti’, all’unanimità ha ribadito il suo sostegno a Sasso,
sollecitando nello stesso tempo a provare ancora ad intavolare un ragionamento
con i consiglieri firmatari della mozione di sfiducia.
Dunque, non ci sarà nessun
muro contro muro da parte del sindaco Sasso rispetto alle proposte dei
dissidenti fanno sapere dall’assemblea del Partito democratico. Il sindaco
Sasso ieri sera, in un primo momento sfiduciato dalla fumata nera dell’incontro
con i dissidenti, si è poi caricato di energia dopo aver incontrato i suoi
sostenitori.
Bisogna provare il tutto per tutto, è emerso dall’assemblea del
Pd. Dunque, trovare sì una linea comune con i consiglieri firmatari della
sfiducia, ma nello stesso tempo mantenere anche i rapporti e gli equilibri con
gli altri consiglieri comunali, quei cinque che fino ad ora hanno continuato a
stare al fianco del sindaco.
Dunque, nei prossimi giorni, prima della fatidica
data del 21 febbraio, sicuramente ci saranno ulteriori confronti nel corso dei
quali Silvio Sasso si mostrerà disponibile rispetto alle proposte dei ‘dissidenti’,
ma un dato pare essere chiaro: non si potrà pretendere tutto, non considerando
l’altra parte del Pd. La fascia tricolore sembrerebbe pronta ad azzerare la
giunta o comunque a procedere con un rimpasto, ma dovrà essere anche bravo a
non stravolgere gli equilibri nella distribuzione delle ‘caselle’ con gli altri
consiglieri comunali, che al momento in maniera ufficiale non hanno rivendicato
nulla. Dunque, l’assemblea del Pd ha dato mandato a Sasso di chiudere le
trattative.
Ma come si suol dire chi troppo vuole nulla stringe. Dunque, se i
consiglieri dissidenti non faranno a loro volta un passo indietro molto
probabilmente si getterà la spugna. La difficoltà pare essere proprio la presidenza
del consiglio comunale, nomina che scaturisce da una votazione in seno all’assise.