mercoledì 1 febbraio 2017

SESSA AURUNCA / CELLOLE - Accusato di furto di energia elettrica, meccanico assolto chiede giustizia


SESSA AURUNCA / CELLOLE (Matilde Crolla) – Accusato di furto di energia elettrica Antonio Di Toro (nella foto) è riuscito ad avere giustizia grazie alla sentenza di assoluzione emessa dal giudice del tribunale di Santa Maria Capua Vetere De Lisi. 
Grazie alla valida difesa dell’avvocato Giuseppe Zampoli, Antonio è riuscito a dimostrare la sua innocenza rispetto ad una vicenda che gli ha causato non pochi problemi sia sotto il punto di vista psicologico che lavorativo. 
Antonio Di Toro, originario di Piedimonte Massicano frazione di Sessa Aurunca, da diverso tempo gestisce un’autofficina a Baia Domizia. 
Nell’aprile 2015, a seguito di una denuncia da parte di un ‘concorrente’ che segnalava alle autorità un presunto furto di energia elettrica, riceveva un blitz da parte degli inquirenti, accompagnati presso la sua officina meccanica da due impiegati di una società di energia elettrica. 
Il blitz era finalizzato a verificare se Antonio Di Toro avesse o meno acquisito indebitamente l’energia elettrica. Nel corso della perquisizione veniva trovata la cassetta del contatore (dove si presumeva ci fosse il collegamento abusivo) chiusa a chiave e qualcuno dei presenti, circostanza non confermata poi da tutti i testimoni in sede dibattimentale, avrebbe visto il Di Toro staccare un filo di collegamento ed avvertito il rumore provocato dal fenomeno dell’arco elettrico, la cosiddetta sfiammata. 
Fenomeno, quest’ultimo, secondo la difesa dell’avvocato Zampoli, che non viene percepito visivamente ma solo desunto dal rumore. Antonio Di Toro, dunque, viene arrestato e portato dinanzi al giudice per le indagini preliminari che gli convalida l’arresto. L’uomo però si professa innocente ed anche in sede di convalida a più riprese sostiene che non c’era alcun cavo collegato abusivamente e che non aveva scollegato alcun filo nel corso del controllo da parte degli inquirenti e degli operai della società di energia elettrica. L’accusa si avvale anche di un servizio fotografico realizzato in loco nel corso del blitz composto da circa diciotto scatti in cui viene mostrato lo stato dei luoghi. 
Ma è proprio nel corso dell’udienza dibattimentale che il castello accusatorio nei confronti di Antonio Di Toro viene man mano a sgretolarsi. Infatti, uno degli operai interrogato dall’avvocato Zampoli sostiene di non aver avvertito alcun forte rumore causato dal fenomeno dell’arco elettrico e che dunque avrebbe potuto trattarsi anche di un piccolo rumore provocato all’interno della cassetta del contatore da parte di un animale, come una lucertola. 
Questo quanto emerge da una delle testimonianze. Il collega, invece, riferiva precedentemente di aver avvertito un forte rumore che avrebbe causato panico tra i presenti. Anche il reportage fotografico a disposizione fa emergere, secondo la difesa, delle perplessità. Infatti, tra le prime foto scattate relativamente allo stato dei luoghi emerge un cavo elettrico a terra, mentre tra le ultime foto si vedono dei cavi elettrici collegati. Anche in questo caso l’avvocato difensore di Antonio Di Toro è riuscito a dimostrare che la foto del cavo collegato è stata scattata in un secondo momento, visto che in sede dibattimentale è stato confermato dagli inquirenti che le foto sono state scattate secondo il criterio dal generale al particolare. Dunque, nelle prime foto viene rappresentato un cavo al centro del piazzale che rappresentava lo stato dei luoghi precedente al cavo collegato nelle foto successive. 
L’avvocato Giuseppe Zampoli, grazie ad una perizia tecnica di parte giurata presso il tribunale di Cassino redatta all’ingegnere Di Rienzo, è riuscito a dimostrare che non era presente un impianto utilizzatore del presunto cavo abusivo. Inoltre, il terminale del presunto cavo abusivo finiva nell’autocarrozzeria di proprietà del Di Toro, adiacente alla sua officina meccanica, ma che era stata posta sotto sequestro con sigilli intatti e che quindi non poteva essere funzionante. La difesa dell’avvocato Zampoli, che ha prodotto anche tutte le bollette pagate da Di Toro per la sua attività presso l’officina meccanica di Baia Domizia, attesta un pagamento regolare del consumo di corrente equo e proporzionale all’attività ed ai macchinari presenti. 
La sentenza di assoluzione è stata emessa nei giorni scorsi. Antonio Di Toro che con il suo avvocato Zampoli è in attesa di conoscere i particolari della motivazione della sentenza, vuole giustizia e riscatto. “Ho subito un danno non indifferente- ci spiega-. Ho sofferto molto e voglio che la gente sappia che sono innocente”.