SESSA
AURUNCA / CELLOLE / ROCCAMONFINA (Matilde Crolla) – Nuova agitazione questo
pomeriggio alla stazione di Formia per i pendolari di Sessa Aurunca / Cellole /
Roccamonfina.
Questa volta i viaggiatori esasperati dall’ennesimo disservizio a
loro danno da parte di Trenitalia hanno bloccato le porte di un treno diretto a
Benevento e preteso che facesse tutte le fermate, come fino a qualche settimana
fa, prima che entrasse in vigore il nuovo orario.
Circa duecento pendolari
provenienti da Roma con il treno 2419 delle 14.56 sono giunti alla stazione di Formia
alle 16.09. Ma una volta nella città del basso Lazio hanno appreso che
Trenitalia aveva soppresso la coincidenza, ossia il treno numero 12373 di
solito in partenza alle 16,17.
La motivazione della soppressione non è stata a
loro riferita, ma secondo quanto stabilito dal personale di Trenitalia a Formia
potevano prendere degli autobus sostituitivi che li avrebbero condotti nelle varie
stazioni. Insomma, questi pullman avrebbero eseguito lo stesso percorso del
treno soppresso. I duecento pendolari però usciti fuori dalla stazione nell’area
destinata agli autobus, hanno dovuto
fare l’amara scoperta: non c’era alcun mezzo sostitutivo ad aspettarli.
A quel
punto esasperati dopo una giornata di lavoro e dopo l’ennesimo bluff perpetrato
a loro danno, hanno deciso di passare ad una protesta forte, bloccando le porte
del treno diretto a Benevento che un tempo da Formia si fermava a tutte le
stazioni, comprese a quelle di Sessa Aurunca, Mondragone e Villa Literno.
Insomma, le stesse fermate del treno regionale. Intanto, il capotreno resosi
conto che la situazione stava degenerando ha contatto Trenitalia e dopo circa
una mezz’oretta dalla protesta è arrivata l’indicazione che anche i pendolari
in agitazione potevano prendere quel treno diretto a Benevento e che
avrebbe fatto tappa a tutte le stazioni in via eccezionale.
Nel
frattempo sul posto sono arrivati anche gli agenti della Polfer che hanno cercato di tranquillizzare gli
animi visto che stava per scatenarsi una vera e propria ‘guerra fra poveri’.
Infatti, i viaggiatori già sui vagoni del treno in partenza si lamentavano con
quelli a terra che protestavano per l'ennesimo disagio e che non davano la possibilità loro di
arrivare a destinazione nei tempi previsti.