SESSA
AURUNCA / MAIANO (Matilde Crolla) – Se non fosse stato per la sentenza di
assoluzione pronunciata nei suoi confronti dal giudice del tribunale di Santa Maria
Capua Vetere, Vincenzo R., di Maiano, avrebbe subìto oltre al danno emotivo ed
economico anche la beffa di una condanna. Invece, grazie alla brillante difesa
dell’avvocato, Giuseppe Zamboli, Vincenzo è riuscito ad avere giustizia per sé.
La vicenda di Vincenzo, persona umile e per bene che
solo a vederlo suscita tenerezza, ha inizio nel 2011 quando la moglie decide di
andare via di casa in quanto i rapporti tra i due non erano più rosei come un
tempo.
Prima la separazione giudiziale nel 2011 e poi a maggio 2013 si trasforma in consensuale. Ma è da questo momento in poi che per Vincenzo iniziano i
problemi. Il giudice stabilisce che Vincenzo deve versare mensilmente la somma
di 450 euro per l’ex moglie e per la figlia minorenne, visto che il primogenito
è già maggiorenne. La bambina, però, che adesso frequenta la scuola media, di
fatto vive da sempre con il padre, solo la residenza è la stessa della madre.
Quest’ultima, tra l’altro, chiede al giudice, in sede di separazione
consensuale, che l’intera somma (versata fino ad allora per lei e la bambina) può
essere corrisposta solo alla figlia, avendo la donna trovato un lavoro.
Vincenzo R., dunque, avendo i due figli con lui, compresa la minore, alla quale
non ha mai fatto mancare nulla, dai beni principali e fondamentali a quelli prettamente
ludici come la palestra, il parrucchiere settimanalmente e tanto altro, in
qualche occasione non ha versato l’assegno nei confronti della bambina.
La donna, a quel punto, ha iniziato a sporgere
diverse denunce nei confronti dell’uomo per violazione degli obblighi di
assistenza e dei mezzi di sussistenza nei confronti della figlia minore. Ne è
nato un processo presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere che ha visto
Vincenzo R. accusato del reato 570 del Codice Penale per violazione degli
obblighi sopra riportati.
Nel processo l’ex moglie dell’imputato si è anche
costituita parte civile, lamentando la mancata corresponsione per diversi mesi
dell’assegno di mantenimento, concordato solo in favore della minore. Nel corso
del processo, dunque, è stato dimostrato dalla difesa, rappresentata dall’avvocato
Giuseppe Zamboli, che la minore con il fratello maggiorenne sono di fatto
sostanzialmente vissuti con il padre il quale ha sempre provveduto a soddisfare
le primarie e fondamentali esigenze e bisogni di vita di entrambi i figli, dal
vitto all’alloggio, alle spese mediche, all’istruzione e alle attività
ricreative dei propri figli. La tesi della difesa è stata confermata anche dai
testi che hanno sfilato in tribunale, tra cui il figlio maggiorenne.
Dunque, il
giudice accogliendo la richiesta della difesa, ha pronunciato la sentenza di
assoluzione perché il fatto non sussiste in favore di Vincenzo R., che dopo
questa lunga vicenda giudiziaria potrà finalmente godersi i suoi figli e
riprendere in mano la sua vita che tanti dolori gli ha dato, soprattutto dal
punto di vista sentimentale.