Cristina Compasso e Franco Compasso |
SESSA AURUNCA / CELLOLE (Matilde Crolla) - La lettera aperta di una figlia per preservare la memoria del padre che non c'è più e che nonostante gli anni ormai passati dalla sua scomparsa ancora vive nel ricordo di tanti che lo hanno amato ed ammirato. La lettera aperta di una donna che con forza vuole tutelare quel ricordo. Stiamo parlando di Cristina Compasso, figlia del compianto europarlamentare, Franco Compasso.
"Gentile
Dott.ssa Crolla,
a distanza di
circa dieci giorni dalla Messa celebrata lo scorso 10 febbraio nella Chiesa di
S. Lucia a Cellole per il ventennale della scomparsa di mio padre, Le scrivo
queste poche righe perché desidero fortemente ringraziare tutti coloro che vi
hanno partecipato con sentita commozione, rendendo omaggio alla Sua memoria.
Il mio
ringraziamento va anche a Lei, per l’affettuosa vicinanza e sensibilità mostrata
a me e alla mia famiglia nel ricordare, sul suo blog, la figura di mio padre; va a Generazione Aurunca che ha condiviso il
suo link, al Comitato Civico Cellolese e alle molte persone che hanno postato
commenti di affettuosa stima nei confronti di papà.
Nel contempo,
sento forte il bisogno di rispondere a quella voce “isolata” che su G.A., con
un commento fuori luogo ed improprio, ha giudicato il politico e la sua
appartenenza partitica, evocando in maniera demagogicamente “ inopportuna ”
l’epoca della Malasanità.
Se fosse stato
qui mio padre si sarebbe difeso da solo. E lo avrebbe fatto nel pieno rispetto
delle opinioni altrui e del confronto dialettico, con lo stile e l’eleganza che,
chi lo conosceva sa, gli appartenevano per natura, educazione e formazione
etico-politica.
Ma lui è
scomparso da vent’anni. E perciò sento io il dovere morale, quale figlia, di contestare
con forza quel commento che ho trovato profondamente indelicato e poco consono alla
circostanza commemorativa, e soprattutto
frutto di una becera e qualunquista disinformazione, in quanto i fatti
della Malasanità NULLA hanno a che fare e vedere con il Politico che fu Mio
padre.
Tale
precisazione per me è assolutamente doverosa e d’obbligo non solo per innato senso
di giustizia e verità dei fatti, ma soprattutto in difesa ed in rispetto di
quella profonda ed intima sofferenza psico-fisica che fu vissuta in quegli anni
da mio padre e da tutti quei “politici Onesti”, per i quali Tangentopoli
rappresentò il crollo della “Politica “ intesa nel senso più nobile della
parola, cioè come attività al servizio dei cittadini e del Bene Comune e non
come sistema di potere clientelare e di profitto personale.
La storia di Mio
padre è quella di un Politico perbene e senza macchia, che ha fatto dell’onestà
e dell’integrità morale la sua bandiera politica e di vita. Una voce
“autenticamente” Liberale, sempre levata in difesa delle ragioni di libertà e
di riscatto sociale del suo amato Sud contro il malgoverno e lo strapotere
clientelare, pagando, a volte, sulla propria pelle il prezzo della sua coerenza
politica.
E’ la storia di
un giovane studente Cellolese che si appassiona alla politica a 16 anni
leggendo Benedetto Croce e Gaetano Salvemini e la cui formazione intellettuale ed
etico-politica sarà forgiata ed ispirata sempre ai grandi insegnamenti dei suoi
maestri “Liberali” come Guido Dorso, Fiore, Francesco Compagna, Giovanni Malagodi,
Luigi Einaudi. Padri costituenti che hanno scritto la storia della nostra
Repubblica e del Partito Liberale Italiano. Uomini cha hanno combattuto per
difendere un’Idea, un Ideale…quello Liberale.
”
Liberale…parola che una volta ci isolava ed oggi ci confonde…” come ci ripeteva
papà dinanzi all’avanzare del Berlusconismo. E come egli ha voluto che lo
ricordassimo sulla sua lapide… semplicemente “ Un liberale”.
Ecco, quest’Uomo
era mio Padre.
Cordialmente. Avv. Cristina Compasso"