martedì 28 febbraio 2017

SESSA AURUNCA - Sasso ritira le dimissioni e si piega alle richiesta dei dissidenti: ecco i futuri assetti politici


SESSA AURUNCA (Matilde Crolla) – Silvio Sasso ritira le dimissioni. Lo ha fatto ieri, il giorno prima della scadenza dei termini, scongiurando che le stesse divenissero effettive. Sasso si piega, ha ceduto alle richieste dei consiglieri comunali definiti ‘dissidenti’. 
Sull’argomento bocche cucite, lo stesso primo cittadino preferisce non rispondere in merito. “Taccio”, ci risponde al telefono. Questo lascia intendere che la decisione è presa. Ma evidentemente le pressioni per lui sono arrivate da più parti. In mezzo a due fuochi Silvio Sasso: quello del partito di appartenenza, il Pd, e quello dei dissidenti. E secondo indiscrezioni sembrerebbe che abbia ceduto su tutti i punti. Il sindaco Sasso procederà al rimpasto di giunta. Entreranno nell’esecutivo sicuramente un esponente di Passione Democratica ed uno del Pd. Si vocifera Fausto Fusco in quota Partito democratico. Sarà anche conferita una delega destinata al Litorale domizio e a tutto ciò che concerne progetti di valorizzazione e di sviluppo dello stesso. La presidenza del consiglio potrebbe toccare quasi sicuramente a Maria Teresa Sasso, per il ‘Circolo Vassallo’. Ma non è tutto. Sembrerebbe disposto a far rientrare alla dirigenza dell’Area Tecnica, Pasquale Serao. Dunque, Raffaele Aliperti, altro motivo della ‘discordia’ con i dissidenti, sarà ridimensionato nel suo ruolo. Ma anche l’asse con Di Iorio dovrà essere spezzata definitivamente. Questo quanto chiesto dai consiglieri firmatari della mozione di sfiducia proprio per consentire all’amministrazione comunale di proseguire per i prossimi quattro anni secondo lo schema e gli accordi sanciti in fase pre-elettorale e consacrati con il voto dei cittadini. L’entrata in consiglio comunale di Mario Truglio in quota ‘Generazione Aurunca’ ha notevolmente cambiato le cose, la prospettiva. Evidentemente ci si è resi conto che con Truglio in assise si sarebbero ridotti, quasi annullati, i margini per andare avanti senza l’appoggio dei dissidenti. E dunque Sasso, evidentemente sollecitato anche dal suo partito, avrebbe deciso di fare marcia indietro.