CELLOLE
(Matilde Crolla) – Mediazione familiare, il Comune di Cellole pronto a ‘sposare’
il progetto proposto dall’Ans, l’Associazione Nazionale Sociologi Dipartimento
Campania, per l’avvio di un servizio di mediazione che possa supportare ed aiutare famiglie
e coppie in difficoltà. La promessa strappata al sindaco di Cellole, Angelo
Barretta, dalla sociologa e consigliere comunale, Rossella Cappabianca, è l’importante
risultato raggiunto ieri sera nel corso del convegno dedicato alla mediazione
ed al disagio familiare.
Alla presenza di autorità politiche locali nella
persona del primo cittadino Barretta, del vicesindaco di Cellole, Francesco
Lauretano, del vicesindaco di Carinola, del presidente del consiglio comunale
cellolese, Giovanni Di Meo, degli assessori Antonietta Marchegiano e Alexia
Russo e dei consiglieri comunali, Franco Sorgente, Guido Di Leone ed Armando
Calenzo, si è svolto un interessante convegno sull’argomento nella biblioteca
comunale. Nel tavolo dei relatori Rossella Cappabianca referente per la
provincia di Caserta dell’Ans Campania, Maurizio Vitiello sociologo e dirigente
dell’Ans Campania, Antonio Sposito, presidente dell’Ans Campania, Ferdinando
Tramontano, presidente Vision ed il professore Pasquale Stanziale, docente emerito di Filosofia
Teoretica presso ISSR “San Pietro” Caserta.
Ad aprire i lavori è stata proprio
la sociologa cellolese Cappabianca, che a termine dell’incontro ha dichiarato
ai nostri microfoni: “Il Convegno organizzato dall’Associazione
Nazionale Sociologi Dipartimento Campania, a mio avviso ha avuto un riscontro
positivo in quanto ha visto per la prima volta la partecipazione attiva del sindaco e dell’amministrazione comunale tutta e la presenza in sala anche del
vice sindaco di Carinola, che ha risposto attivamente all’invito, in quanto
erano stati invitati all’evento i sindaci dei comuni limitrofi a Cellole.
Infatti, lo scopo del convegno non è stato solo quello di affrontare il
“disagio familiare” da un punto di vista informativo/orientativo ma si è portata
in quel contesto l’idea di un’azione progettuale congiunta tra i vari comuni
(Cellole, Carinola, Falciano, Sessa Aurunca e Mondragone) di cui il Comune di
Cellole, maggioranza ed opposizione, si farà portavoce e cercherà di
concretizzare in uno spirito di scambio politico-istituzionale e di Servizio per
la cittadinanza", ha spiegato.
In questo contesto, il tema del disagio
familiare è stato affrontato secondo un approccio socio-relazionale, mettendo
in evidenza le possibilità offerte da un percorso di Mediazione Familiare e di
Counseling Sociologico.
Nel suo intervento, in particolare, la Cappabianca si è soffermata,
partendo dagli indicatori che hanno portato ad un aumento del numero di
separazioni e/o di divorzi, anche nei piccoli centri, sul disagio
socio-affettivo che vivono le coppie a
cui capita di fare questa esperienza, soprattutto quando c’è la presenza di
figli minori che vanno necessariamente tutelati nella ridefinizione del
“bilancio familiare”.
E a tal proposito, ha sottolineato la peculiarità del
Servizio di Mediazione familiare come “servizio essenziale” per affrontare
questa forma di disagio, spiegando il ruolo del sociologo mediatore familiare,
che aiuta la coppia a trovare una soluzione congiunta al loro problema e a
raggiungere un accordo mutuamente accettabile, in affiancamento al tradizionale
iter legale o processuale che lo accompagna.
A questo ha fatto seguito
l’intervento di Antonio Sposito, presidente dell’Ans Campania, il quale
partendo dalla definizione sociologica del concetto “famiglia” è arrivato poi a
definire il ruolo del Sociologo come professionista che fa consulenza agendo
sul vissuto presente dei problemi dell’utenza, “accompagnando” la famiglia e/o la coppia nella ridefinizione
e superamento del momento di crisi.
Inoltre, ha parlato del “Servizio di
Sociologia del territorio” che presto sarà una realtà nella Regione Campania,
in quanto già approvato, in prima seduta dalla Commissione Regionale, invitando
a consultare il testo della legge regionale in materia, di cui lui e altri
dirigenti dell’Ans Campania sono stati i fautori. Successivamente, è intervenuto Ferdinando Tramontano, sociologo, presidente di Vision, Osservatorio di
vittimologia, il quale si è soffermato sul vissuto patologico della coppia
quando dalla crisi non risolta si arriva alla violenza diretta e alla violenza
assistita, ossia quella vissuta dai bambini vittime a loro volta di una situazione
familiare patologica.
Ha chiuso i lavori del convegno Pasquale
Stanziale con una interpretazione socio-filosofica del tema trattato. Stanziale
ha illustrato come nella storia della filosofia sia stato più volte affrontato
il concetto dell’Amore. “Non si può parlare di famiglia se prima non si parla
di amore- ha affermato-. L’amore può essere visto anche come una sorta di
narcisismo. Io amo l’altro perché nell’altro vedo me stesso”. Ma il professore
ha posto l’accento anche su come negli anni è cambiata la famiglia. “Assistiamo
ad una evaporizzazione della figura del padre. C’è spesso confusione dei ruoli,
la paura di dire di no, la ricerca continua di soddisfare il desiderio dell’altro,
del proprio figlio che mai si appaga. In questa maniera i figli sono
destabilizzati. Non riconoscono più l’autorità e non riescono a trovare la loro
individualità”.
La società di oggi non ha più paletti e per il professore
Stanziale questa è una delle cause della disgregazione della famiglia, della
rottura dei rapporti tra uomo e donna, tra madre e padre. “Il conflitto spesso
nasce anche da un’asimmetria nel desiderio sessuale tra uomo e donna.
Sviluppare la cultura della mediazione è sicuramente un modo per cercare di
risolvere il conflitto. Mediare significa razionalizzare il problema”.
A
termine del convegno, che ha visto anche la partecipazione della Pro loco nella
persona di Franco Freda e del Comitato Genitori ‘Serao-Fermi’, nella persona
della presidente Teresa De Vita e della dirigente Alfonsina Migliore, è
arrivata un’interessante proposta anche da parte della professoressa Marianna
Mauriello, condivisa anche dai componenti del parterre. “Ci sono interessanti
progetti scolastici come i Por e i Pon, pensiamo ad esempio a quello denominato
‘Scuola viva’, che consentono di accedere ad importanti finanziamenti proprio
per obiettivi di questa natura. Anche la scuola ha bisogno di essere supportata
da figure professionali come sociologi e psicologi. Si potrebbe pensare di
realizzare un progetto dedicato proprio alla mediazione familiare, importante
soprattutto per i figli e dunque per gli alunni, che veda camminare pari passo
la scuola e le istituzioni locali in un percorso di mediazione e dunque di
recupero dei rapporti familiari, a vantaggio soprattutto di chi come i figli ne
soffre di più”.