MONDRAGONE
(Matilde Crolla) – Benedetto Zoccola ospite delle Iene show ieri sera su Italia
Uno. Il commercialista di Mondragone è ritornato a raccontare la sua storia,
questa volta non attraverso il libro a lui dedicato da Ismaele La Vardera 'Il mio nome è Zoccola', ma ai
microfoni della giornalista di uno dei programmi di inchieste e di denuncia più seguito dagli italiani. Benedetto Zoccola, vicesindaco ed assessore all’Ambiente
del Comune di Mondragone, ha raccontato la sua storia fatta di ricatti,
vessazioni, tentativi di estorsione a suo danno mai andati a buon fine dalla
malavita locale. Anzi, grazie alle sue denunce tra il 2012 ed il 2015 sono
stati arrestati diversi personaggi vicini al clan camorristico locale. Dopo
aver subito diverse intimidazioni, tra cui anche un attentato con l’esplosione
di un ordigno sul davanzale della finestra del suo studio (che gli ha provocato
la perdita della vista e dell’udito a lato destro ndr) lo Stato ha finalmente
deciso di concedergli la scorta che ogni sei mesi viene rinnovata. “Il rischio
è che da un momento all’altro io possa perderla”, è il primo timore di
Benedetto raccontato ai microfoni delle Iene. Benedetto Zoccola, infatti,
nonostante le denunce e nonostante per la legalità abbia più volte messo in
pericolo la sua vita al momento è solamente “un comune cittadino che ha
denunciato”. La battaglia di Benedetto Zoccola, dunque, non è solo contro la
camorra ma anche finalizzata ad essere riconosciuto a tutti gli effetti “testimone
di giustizia”. La sua attività professionale di commercialista procedeva in
maniera discreta prima di tali fatti. “Un reddito di circa ventiquattromila
euro all’anno- dichiara Zoccola davanti alle telecamere delle Iene-. Da quando
ho deciso di battermi contro la camorra si è dimezzata in maniera notevole
anche la lista dei clienti. Il mio reddito non supera i seimila annui”. Una
storia di coraggio e di speranza che non si smetterebbe mai di ascoltare quella
di Benedetto Zoccola che ha anche confessato: “C’è stato un momento in cui
volevo andare via da Mondragone, lasciare tutto. Ma poi ho capito che non
potevo, non dovevo”. Ed è dello stesso parere anche la compagna Lucia che lo
accompagna da tempo in questa battaglia per la legalità e che insieme a lui
sogna una vita normale ed un futuro sereno insieme.