SESSA
AURUNCA / CELLOLE (Matilde Crolla) – Referendum, il fronte del ‘No’ stravince
al 59% e Renzi si dimette. Sessa Aurunca e Cellole rispondono in linea con la
tendenza nazionale.
Nella città di Caio Lucilio 10669 elettori si recano alle
urne per esprimere la loro preferenza. Dunque il 60,19 per cento del popolo
votante. A Cellole vanno a votare 3778 elettori, il 60.04 per cento. La forbice
tra il ‘No’ ed il ‘Si’ è netta, evidente ed eclatante.
Basti pensare per Sessa
Aurunca ad alcune frazioni come Cescheto con 51 no e 17 si, San Martino 45 no e
25 si, San Carlo 159 no e 155 si, Carano sezione 10 con 170 no e 100 si. Sessa
seggio numero 4 246 per il no e 118 per il si su 370 votanti. Sessa Aurunca numero
6 Caio Lucilio 436 per il no e 200 per il si. Seggio numero 13 con 391 no e 184
si. Infine, Piedimonte sezione 11 su 824 votanti solo 480 si sono recati a
votare: 130 per il si e 346 per il no. Una scheda bianca nulla.
Non sono
mancati i commenti su entrambi i fronti. "Sessa Aurunca ha scelto in maniera decisa e libera di votare NO, nonostante le corazzate locali istituzionali, economiche e politiche scese in campo in favore del SI- scrive Alberto Verrengia consigliere comunale di 'Generazione Aurunca'-. Nè è servito il soccorso al PD locale di forze civiche di altre coalizioni, un tempo avverse. È stato segnale di grande maturità del Territorio Aurunco in un momento difficile".
A Cellole con maggioranza ed
opposizione divise sul referendum, queste elezioni hanno dato ragione ai civici
di Di Leone ed al Movimento Cinque Stelle di Giovanni Rusciano con il 74,15%
dei no. Sconfitta netta, dunque, per il si che aveva
sponsorizzato il sindaco Angelo Barretta ed il segretario del Partito
democratico, Pasquale detto Lino Verrengia. “Rispettoso del voto popolare. Io
ho votato si perché credo che la riforma avesse dei punti condivisibili seppur
alcuni aspetti da chiarire”, ha dichiarato a tal proposito il sindaco Barretta.
“È stata la vittoria di un'espressione libera.
Finalmente dopo
tanti anni il popolo non ha accettato condizioni dai poteri forti. Credo che,
anche se in parte, la scena elettorale di questa votazione, sia molto
significativa. La gente è stanca”, sostiene Guido Di Leone capogruppo del ‘Comitato
civico cellolese’. “Non poteva essere un parlamento dichiarato
incostituzionale dalla Suprema Corte a cambiare la Costituzione. Via l'immunità
parlamentare e via dal Parlamento i politici che cambiano casacca”, è il
commento del pentastellare Giovanni Rusciano.