SESSA AURUNCA (Matilde Crolla) - Un tavolo in Regione per cercare di sbrogliare la matassa in
cui si trova avvolto il Consorzio Aurunco di Bonifica. Questo è il primo passo
garantito dal consigliere regionale, Gennaro Oliviero, ai dipendenti del Cab da
ieri in agitazione dopo l'ennesima garanzia non rispettata. Attendevano con
ansia l'anticipazione dell'Equitalia, una boccata d'ossigeno rispetto a mesi di
apnea a causa della mancata retribuzione. Di questo bonifico però nemmeno
l'ombra. A quel punto scatta l'agitazione: si occupa la sede, si sale sul tetto
e si minaccia di stare lì ad oltranza. Poi l'arrivo del vescovo, monsignor
Orazio Francesco Piazza, del sindaco Silvio Sasso (nella foto rassicura stringe la mano ad una dipendente rassicurandola), del consigliere Ciro
Marcigliano pare rasserenare gli animi. Anche i consiglieri di opposizione di
Sessa Aurunca e Cellole, nella persona di Alberto Verrengia e Guido Di Leone,
si presentano e manifestano la loro solidarietà ai dipendenti. Gennaro Oliviero
interviene, sale al primo piano del palazzo di viale delle Terme e garantisce
un tavolo immediato in Regione previsto per lunedì.
LA VOCE DEI DIPENDENTI DEL CAB
“Abbiamo autoconvocato prima l’assemblea con i dipendenti in servizio
sia stagionali che indeterminati e con gli avventizi (in stato di
licenziamento) in quanto dell’anticipazione dell’Equitalia al momento non c’è
traccia. Questo ci ha portato ad una protesta più forte rispetto a quelle del
passato per avere delle risposte. Se fino ad ora la politica ci ha riempito di chiacchiere,
speriamo che non lo faccia anche Equitalia”, è la dichiarazione dei dipendenti
del Cab. “I Consorzi sono Enti necessari, non un carrozzone politico al quale
la politica stessa li ha relegati. La causa principale del disagio finanziario
è da ricercare nel fatto che tutti i Consorzi di Bonifica, che in Italia
versano in cattive acque proprio come il nostro, svolgono un lavoro di difesa
suolo (ripristino e pulizia dei canali) necessario a scongiurare problemi
alluvionali. Ma non bastano le rimesse in possesso del Consorzio. C’è bisogno
di altri aiuti, da parte del Ministero dell’Agricoltura, ma anche dell’assessorato
regionale. La difesa suolo- spiegano i dipendenti- costa molto ed al momento
per sanare i 16 milioni di euro di debiti del Consorzio c’è bisogno di una
volontà politica. E’ necessaria o una modifica legislativa o contributi straordinari.
L’indebitamento dipende anche dai centinaia di decreti ingiuntivi a carico dell’Ente,
per cui ogni somma accredita che arriva viene fagocitata dai pignoramenti”. La
speranza, dunque, dei dipendenti del Cab che anche questa mattina saranno
presenti in sede è che “lunedì si possa intavolare un discorso serio con la
Regione, l’unica che può veramente farci uscire da questo impasse”.