SESSA AURUNCA / LAURO - Giustizia è fatta per un giovane cittadino di Lauro di Sessa Aurunca, oggi purtroppo deceduto, grazie ad una sentenza molto significativa anche dal punto di vista giurisprudenziale.
Il giovane laurese affetto da una forte obesità,
ricorse all’Inps per veder riconosciuto il diritto all’invalidità al 100% con
necessità di accompagnamento, per una serie di patologie, di cui la più grave era la difficoltà di deambulazione per obesità.
L’obesità è stata spesso giudicata una malattia
non causante handicap tali da determinare il massimo della percentuale di
invalidità ed ancor meno per l’accompagnamento.
In molti stanno cercando di variare tale indirizzo
giurisprudenziale e la sentenza del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, per
il caso in esame, è di certo rilevante.
Difatti, il giovane dopo aver subito il rigetto
della domanda da parte della Commissione Inps, si affidò alla tutela legale
dello Studio dell’avvocato Alberto Verrengia di Sessa Aurunca.
Il ricorso fu impostato dimostrando che il
sovrappeso non solo era gravissimo, ma creava seri problemi di mobilità,
definibile in termine medico come obesità
mostruosa.
A dimostrazione della tesi, il legale di Sessa
Aurunca produsse i verbali dei Vigili del Fuoco con cui si evidenziava
l’intervento dei Pompieri per asportare il paziente da casa per effettuare
delle cure.
La casa dove abitava il giovane |
Infatti, più volte i Vigili dovettero accorrere a
Lauro per estrarre dal balcone, il giovane dalla propria abitazione e costretti
a sospendere persino il traffico stradale.
Il CTU medico ha accolto la tesi della
difesa, giudicando l’obesità del giovane
di Lauro bisognosa di cure e di accompagnamento.
Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha
accolto la domanda, riconoscendo l’invalidità e l’accompagnamento con una
sentenza che sicuramente sarà apripista per altre situazioni similari.
Purtroppo, poco dopo, il paziente è deceduto a
causa di un accumularsi di problematiche fisiche.
L’avvocato Alberto Verrengia ha spiegato: “l’obesità è un serio problema fisico, che va
curato ma anche tutelato anche dal punto di vista previdenziale. Questa
sentenza è una conferma di questo ragionevole indirizzo giurisprudenziale”.