CELLOLE
(Matilde Crolla) – Il vescovo della Diocesi di Sessa Aurunca, monsignor Orazio
Francesco Piazza, ospite del dirigente, Luigi Sorreca, dei docenti e degli
studenti della scuola media dell’istituto comprensivo ‘Serao-Fermi’. Alla
presenza del parroco don Lorenzo Langella, dell’assessore all’Istruzione,
Alexia Russo, della presidente del ‘Comitato Genitori’, Teresa De Vita, e dei
rappresentanti dei genitori il vescovo è stato accolto da alcuni studenti che
hanno intonato con il flauto le note della canzone ‘Dolce sentire’, preparati
dai docenti di musica. L’alto prelato ha parlato a lungo con i ragazzi,
invitandoli a dimostrare la forza del loro percorso di vita aiutando e
sostenendo chi è più debole. Li ha invitati ad amare la vita “il più grande
miracolo che ci sia” e a “non sfidare la morte, non sballarsi, ma volersi bene”.
Tante ed interessanti le domande che gli sono state poste dai ragazzi delle
medie, alle quali ha risposto come sempre con la sua umiltà ed il suo carisma. “Certo
che anche io ho paura! - ha confessato rispondendo ad una domanda-. Ho una grande fede che mi riempie il cuore, ma ho paura,
ho paura di perdere le persone a me care. Non c’è cosa più drammatica di
perdere le persone che si amano. Io non ho paura della morte per me- ha
confessato il vescovo-. La morte solitamente non ci spaventa, ma siamo anche
portati a combatterla, a sfidarla. Ma quando essa colpisce le persone a noi
care è una cosa tremenda”. Il vescovo in questa frase ha dimostrato il suo lato
di uomo di fede ma pur sempre di uomo che, pur credendo fortemente in una vita
al di là della morte terrena, vive con dolore l’idea della perdita di un caro. “Non
c’è cosa peggiore di perdere il proprio figlio. Non a caso stiamo mettendo in
piedi un’associazione proprio dedicata alle donne che hanno perso i figli molto
giovani. Questa associazione nasce ricordando Riccardo figlio di
Katia. Katia lo ha perso a soli diciassette anni”, ha spiegato il vescovo.
Ironico e divertente è stato quando ha ricordato la sua prima notte a Sessa
Aurunca “che quasi cadevo dal letto non essendo abituato ad un nuovo ambiente”.
Ma ha anche esortato i ragazzi ad amare la vita e a non vedere tutto nero. “Siamo
sempre abituati a vedere le cose negative, quelle belle ci sfuggono. Ma se nell’arco
di una giornata ci è capitata una cosa bella, essa vale molto più di tante cose
brutte. E spesso le cose belle sono accompagnate anche dalla paura, da quel
timore che ci rende vivi”, ha spiegato. Il vescovo ha ricordato la paura e
nello stesso tempo la gioia nel giorno in cui è diventato sacerdote ed ancora di
più quando è stato nominato vescovo. Un altro appello lo ha lanciato alle
istituzioni. “Questo territorio è bellissimo. Io ho viaggiato molto, ma vi
assicuro che posti belli come i nostri non ci sono. Il problema è che è
martorizzato, non valorizzato. Il problema di questa società è la divisione, troppe
fratture che impediscono la realizzazione di qualcosa di importante”. IN ALTO E
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